martedì 28 febbraio 2012

Un brunch degno di me

Non perchè io me la voglia tirare, intendiamoci...ho intitolato così per farvi capire cosa io possa mangiare.
Intanto dovete sapere che "ho gli occhi più grandi della bocca" (cit.) e sono assolutamente una buona forchetta.
Che mi piace il salato lo sapete già (e magari non mi piacessero i dolci, invece mi piacciono pure quelli, mannaggia...) e il massimo degli occhi sgranati e increduli del santo che mi sopporta solitamente si raggiunge in vacanza durante la colazione. Vengo sempre attratta dal tavolo del buffet internazionale con i formaggi, i salumi, i wurstel...e lui che mi guarda schifato. L'ultima volta che sono stata in albergo ho sbirciato i signori stranieri del tavolino accanto e ho fatto una grande scoperta: il panino, spalmato di burro, con il salame ungherese o il prosciutto. Grazie vicini che mi avete dato questa dritta! Una volta mi sono proprio sparata il massimo: mini wurstel con senape e uova strapazzate. Ho passato la giornata a digerirli, però super-buoni. Ok, vi ho abbastanza scioccato??? Tutto questo per presentarvi una cosa che nel mio brunch della domenica ci sta a pennello: il club sandwich. Un classico della cucina internazionale anglosassone, è in pratica un super-tramezzino con due strati di ripieno e 3 di pane tostato. Questa è la mia versione:

Club-Sandwich 
per due persone
mezza confezione di pane da tramezzini
2 uova
50 gr di bacon
4 foglie di insalata iceberg
2 pomodori sodi (tipo insalataio)
100 gr di prosciutto cotto di Praga
50 gr di formaggio Edamer in fette
senape - maionese q.b.
sale, pepe, olio evo q.b.
due porzioni piccole di patatine fritte
da cuocere in forno (opzionale)
Tagliare a metà (nel senso della lunghezza) le tre fette di pane. Tostare il pane nel tostapane oppure sulla griglia, e mettere la parte (non preoccupatevi, si raffredderanno ma non importa).
Sbattere le uova con il sale e il pepe e cuocere in una padella antiaderente ampia, leggermente unta d'olio, come una normale frittata. Una volta cotta mettere da parte a raffreddare.
In un'altra padella far abbrustolire il bacon (senza aggiungere nulla) e mettere da parte a raffreddare.
Mescolare due cucchiai di maionese con 1 di senape in una ciotolina.
A questo punto assembliamo: prendere un pezzo di pane tostato, spalmare con un velo di salsa maio-senape, aggiungere il prosciutto, il formaggio e un paio di foglie di insalata; sovrapporre un'altra fetta di pane tostato spalmandola con un altro velo di salsa, poi le fette di bacon, mezza frittata e delle fette di pomodoro. Coprite con l'ultima fetta di pane tostato. A questo punto con un coltello seghettato tagliare in obliquo, in modo da ottenere due triangoli, ed avrete preparato una porzione (per facilitare inserite gli stuzzicadenti prima di tagliare). Rifate tutto da capo per l'altra porzione. NB due triangoli a testa bastano per una persona ingorda come me. Per persone normali, un triangolo a testa!
Quando sarà pronto infornate in forno caldo a 100/120 C. per 5 minuti.
Io due patatine fritte ce le metterei, tanto qui le calorie e i grassi non si contano. Però a mia discolpa vi dico che uso le patatine fritte da cuocere in forno. 
Con questa ricetta partecipo al contest Brunch or Breakfast di Scorribande in cucina e La cucina che Vale

e alla raccolta di Ogni riccio un pasticcio



martedì 21 febbraio 2012

I grissini

C'è una cosa che mi sta appassionando quasi quanto preparare i dolci ed è il pane (e simili).
Sarà il fascino di vedere l'impasto che cresce, sarà il profumo che sprigiona il forno o forse che credevo impossibile riuscirci. Ho già fatto diverse volte il pane, ma è stato prima di aprire il blog e prima di avere uno strappo/dolore/male cane ad una scapola che mi perseguita da due mesi, per questo sto evitando di sforzare (e l'attesa per iniziare le terapie è quasi terminata).  Non ce la facevo più ad aspettare perchè impastare mi piace tanto, e...ho fatto i grissini. UNA SODDISFAZIONE.

Grissini stirati delle Sorelle Simili 

500 gr di Farina 00
280 gr di acqua tiepida 
15 gr di lievito di birra fresco o disidratato
8 gr di sale
50 gr di olio di oliva
1 cucchiaino di malto d'orzo (io ho usato in alternativa 1 cucchiaino di zucchero)
farina di semola di grano duro 
olio per pennellare
Formare la fontana con la farina setacciata in una grande ciotola. A parte sciogliere lo zucchero (o il malto d'orzo) e il lievito con una piccola parte dell'acqua prevista (importante che sia tiepida, nè fredda nè bollente altrimenti non parte la lievitazione), attendere una decina di minuti finchè si formerà una bella schiuma in superficie. Aggiungere quindi alla farina mescolando. A parte sciogliere il sale con la restante acqua e aggiungervi l'olio. Aggiungere un poco alla volta all'impasto, mescolando bene. Lavorare ancora bene l'impasto a mano per 8/10 minuti (spianare con i pugni, arrotolare l'impasto su se stesso e sbattere con forza sulla spianatoia), ne deve risultare un impasto elastico. Stendere a forma di rettangolo (circa 30×10) su un foglio di carta forno infarinato di un po' di semola di grano duro, spennellare con olio evo la superficie ed anche i lati e cospargere tutto con altra semola. Trasferire sulla teglia del forno e coprire, lasciando lievitare per 1 ora (a forno riscaldato a 30 C, spento prima di infornare, e lasciando la lucina accesa del forno). Passato il tempo, tagliare dal lato corto del rettangolo dei cordoncini di 1 cm di larghezza con un coltello a lama lunga e liscia. Tirare le due estremità per allungarli in base alla lunghezza della teglia, e disporli un po' distanziati sulla teglia coperta di carta forno. Se sono troppo lunghi tagliare a metà senza reimpastarli. Mettere subito in forno caldo a 200 C per 18-20 minuti (forno statico).


Per la versione "al pomodoro": diluire del doppio concentrato di pomodoro con acqua tiepida, fino ad ottenere una crema abbastanza fluida e spennellare i grissini quando sono già posizionati sulla teglia del forno e cospargere di origano.
Con questa ricetta partecipo al contest di AboutFood

domenica 19 febbraio 2012

La mia torta di mele

Nella vita ho bisogno di certezze. Mai come in questo periodo le certezze scarseggiano, per me e per tutti.
Quelle poche che ancora ho, e sono saldissime (eccola, mai dire queste cose che ti tiri la sfiga, speriamo di no) sono come fari in mezzo al mare: ovvio, sto parlando di cose importanti, di affetti profondi e anche di frivolezze.
Una di queste (certezze, non frivolezze...sulla cucina non si scherza) è la torta di mele: è una certezza quando la assapori, ti porta sempre indietro a ricordi di infanzia, di festine di compleanno e di merendine pomeridiane con una tazza di thè; è una certezza quando devi portare una torta a una cena tra amici e non sai chi sono gli invitati, in fondo "ma dai, a chi non piace la torta di mele?!" (cit. del santo che mi sopporta); è una certezza per gli ingredienti, la torta di mele è un inno alla semplicità; è una certezza per me da quando ho trovato questa ricetta, Super-mega-collaudata, che combatte anche i più scettici che ti dicono "guarda, una fettina piccola solo per farti onore" e poi fanno il bis...

Torta soffice alle mele (dalla rivista Un mese in cucina di qualche anno fa)
800 gr di mele renette (io 2 mele golden medio-piccole)
250 gr di farina 00
100 gr di burro morbido
3 uova
150 gr di zucchero
1 limone
1 busta di lievito vanigliato

Sbucciare le mele, tagliarle a fettine non troppo sottili e mettere in una ciotola con il succo di un limone, e lasciarle da parte.
Nel frattempo lavorare a crema il burro con lo zucchero. Aggiungere le uova una alla volta, montando bene con le fruste elettriche. Setacciare la farina con il lievito e aggiungere all'impasto a cucchiaiate, sempre usando le fruste per mescolare.
A questo punto aggiungere la scorza grattuggiata del limone e il succo di macerazione che si sarà formato nelle mele, amalgamando bene.
Versare l'impasto in una tortiera imburrata e infarinata. Asciugare le fettine di mela con la carta assorbente (io asciugo una fettina per volta) e inserirle verticalmente nell'impasto, a distanza ravvicinata l'una dall'altra e nel centro della torta. Infornare in forno preriscaldato a 160 C (forno ventilato) o 180 C (statico) per 50 minuti. Se scurisce troppo in superficie (col ventilato soprattutto), coprite con carta stagnola e proseguite normalmente la cottura. Quando sarà fredda spolverizzare con zucchero a velo.






venerdì 17 febbraio 2012

Il bello di diventare grande

Per me una delle cose positive di diventare "grande" .. è che adesso gradisco cose che una volta non mi piacevano. Qualcuno mi ha detto che i gusti cambiano ogni 5 anni ("a ogni lustro si cambia gusto" n.d.a. - c'è pure il detto, quel qualcuno mi ha detto bene), e per me è vero.
Oggi è per noi (vicentini, veronesi e non so se altre province venete) venerdi "gnoccolaro", cioè il venerdì che precede l'ultimo di carnevale, giorno in cui è tradizione preparare gli gnocchi, conditi con uvetta e cannella. A me non sono mai piaciuti conditi così, e invece adesso si! Ecco qui:

Gnocchi di patate con uvetta e cannella 

per 2 persone
500 gr di patate gialle
125 gr di farina 00
un pizzico di sale
per il condimento
50 gr di burro
2 manciate di uva sultanina ammorbidita in acqua tiepida
1 cucchiaino di cannella in polvere
1 cucchiaio di zucchero
1 cucchiaio di parmigiano reggiano o grana padano
Mettere a lessare le patate in acqua salata. Quando saranno cotte sbucciarle velocemente finchè sono bollenti e passarle al passaverdura o con lo schiacciapatate. Sempre finchè sono calde, impastarle velocemente con la farina e il sale. E' molto importante lavorarle il meno possibile, altrimenti risulteranno sempre più collose e dovrete aggiungere farina, rischiando di ottenere degli gnocchi poco morbidi.
Su una spianatoia infarinata, ottenere dall'impasto dei cordoncini; tagliarli a tocchetti piccoli. Far scorrere ogni pezzettino sul retro di una grattuggia (come faccio io) o sui rebbi di una forchetta. Tuffarli in acqua bollente salata, lasciandoli cuocere un paio di secondi in più dopo che sono tornati a galla.
Far fondere il burro. A parte mescolare lo zucchero, la cannella e il formaggio.
Condire in una terrina a strati: l'uvetta strizzata, gli gnocchi, il burro e il miscuglio di zucchero, cannella e formaggio. Proseguire con gli gnocchi, il burro e così via. Servire caldissimi.



martedì 14 febbraio 2012

Le frittelle di casa mia!

Ieri la voglia di carnevale ha preso il sopravvento e ho fatto le frittelle, che in Veneto si chiamano "fritole" o "fritoe". La ricetta è di ingredienti molto semplici e ognuno le fa un po' a modo suo, credo che le nonne di una volta le facessero a occhio. Questa è la mia ricetta e ne ho fatte due versioni: con uvetta e senza.

Fritole di carnevale
3 cucchiai di zucchero
1 uovo + 1 tuorlo
1 mela golden grattuggiata
un pizzico di sale
75 gr di burro ammorbidito
1/2 bicchiere di latte
1 bustina di vanillina
1/2 busta di lievito per dolci
un po' di grappa (non quantificabile, potrebbe essere un cucchiaio)
farina 00 q.b.
50 gr di uvetta (opzionale)
olio di arachidi per friggere + zucchero semolato per spolverizzare

Amalgamare le uova con lo zucchero, montando leggermente. Aggiungere il burro ammorbidito, la mela grattuggiata, il latte, la vanillina e la grappa. Aggiungere la farina quanto basta per ottenere un composto denso e infine il lievito, mescolando bene. A questo punto se desiderate aggiungere l'uvetta (ammollata in acqua tiepida per 15 minuti) e infarinata leggermente. Lasciare lievitare in luogo tiepido per alcune ore, almeno 3-4, coperto da un canovaccio.

Portare a temperatura l'olio in una pentola adeguata. Prelevare il composto dalla ciotola con un cucchiaino e farlo scendere nell'olio con l'aiuto di un altro cucchiaino (preferisco perchè più piccoline), e scolarle quando saranno belle dorate, facendo asciugare l'olio in eccesso su carta assorbente. Finchè sono ancora calde spolverizzare con zucchero semolato.


Fritole di carnevale
Fritole con uvetta 










Questa ricetta partecipa al contest di Le ricette di Tina e Profumi Sapori & Fantasia












e al contest di Molino F.lli Chiavazza

domenica 12 febbraio 2012

Bento...per San Valentino

Il Giappone è da sempre un Paese che mi affascina...Soprattutto il mondo misterioso e antico delle geishe, con le loro tradizioni, superstizioni e bellissimi kimono. In Giappone tutto è pervaso da ferree regole e antiche usanze, anche al limite del paradosso, dove ci sono antichi templii a fianco di super-tecnologici grattacieli. Per quello che ho potuto assaggiare in Italia la cucina giapponese mi piace tantissimo, e ancor di più la sottile raffinatezza che traspare dalle coreografie nei piatti.
Come potevo non partecipare a questo contest? A dire la verità, ci avevo rinunciato perchè non credevo di essere in grado di fare qualcosa di carino, ma l'avevo promesso a Sayuri (che ha lo stesso nome della protagonista di "Memoria di una geisha", il primo libro sull'argomento che ho comprato...e riletto almeno 10 volte) e così...

L'ho pensato come un piccolo quadro...e contiene, in senso orario;
- Riso vialone nano condito con burro e parmigiano, a fare da cielo;
- Piselli al vapore conditi con olio e sale, come fossero erbetta di un bel prato;
- due fiorellini con gambo di zucchine, corolla di carota (tutto lessato in acqua salata) e semi di sesamo;
- due coccinelle (mica potevano mancare!) di ketchup con grani di pepe nero e ritagli di zucchine come decorazione;
- stelline di pane integrale;
- mini roll gialli: frittatine (uova, sale, pepe, un goccio di latte) con ripieno di philadelphia, spolverizzate esternamente di paprika;
- mini roll arancio: carote (lessate) con ripieno di philadelphia e semi di sesamo bianco;
- al centro del bento: cuore di ricotta vaccina, metà ricoperto di confettura di fragole e metà di scaglie di cioccolato fondente.
Ho volutamente evitato di usare ingredienti orientali, è un bento all'italiana! NB, un bento è in parole molto povere il lunch-box, cioè il contenitore del pranzo. La definizione di wikipedia qui.
Credo sia una bella sorpresa aprirlo durante la pausa pranzo e trovarsi davanti la primavera (che al momento ce la sognamo) e un cuore scintillante e goloso!
Con questa ricetta partecipo al contest di Japan the Wonderland...

venerdì 10 febbraio 2012

Una cena in Germania...restando a casa

Menù della serata:
Salsicce di Norimberga, wurstel di suino, crauti tradizionali
Antipasto di salumi con bretzel
Piatto unico di salsicce di Norimberga, wurstel di suino e crauti
Biscotti tirolesi con confettura di fragole
Bretzel
Non sono donna dai gusti delicati, anzi a me piacciono tutti i gusti forti, più i salati che i dolci. Ma...in realtà a me piace tutto! Se devo scegliere, ho delle preferenze ecco.
In generale mi piace provare i piatti del posto, quando visito un nuovo posto o città...e a volte usare l'immaginazione per trasportarmi distante da casa rimanendo nella mia cucina.
Sabato sera (e scusate il ritardo) siamo andati in Germania-Austria...
Ho fatto i bretzel con le mie manine, su gentile richiesta di quel santo che mi sopporta...sempre lui. La  ricetta è di GialloZafferano. Usate anche voi un po' di fantasia, perchè non sono belli come quei bretzel che si comprano nelle bancarelle o nei panifici, e mi sarebbero piaciuti morbidi. Riproverò.
Bretzel (dal sito di GialloZafferano)


per 8 pezzi

270 ml Acqua 
500 gr Farina 00
3 cucchiai di bicarbonato
25 gr di lievito di birra
12 gr zucchero
50 gr di burro
12 gr di sale fino
sale grosso q.b. (io ne ho fatto qualcuno anche solo con semi di sesamo)

Fare la fontana con la farina, e in essa porvi lo zucchero e il lievito sbriciolato che andrà fatto sciogliere con 50 gr dell'acqua prevista tiepida. Incorporare parte della farina fino a formare una piccola pagnottella al centro della farina. Far lievitare in luogo tiepido (io ho messo in forno preriscaldato al minimo, poi solo con la luce accesa).
Una volta lievitato, aggiungere al composto il burro ammorbidito a pezzi, la restante acqua tiepida dove avremo precedentemente sciolto il sale fino e impastare fino ad ottenere un composto morbido ma non appiccicoso. Lavorare almeno 10 minuti, battendo su piano di lavoro l'impasto, arrotolandolo e appiattendolo di continuo. Far lievitare ancora 1 ora in luogo tiepido (come prima).
Passato questo tempo, dividere la pasta in 8 parti uguali. Per ogni pallina, ottenere un cordoncino di circa 50 cm, più grosso al centro e più sottile all'estremità. Poi dare la forma tipica: piegare il cordoncino a U, intrecciare le due estremità e farne aderire una a destra e una a sinistra. Far lievitare ancora in luogo tiepido per 20 minuti. Nel frattempo portare a bollore circa 4 litri di acqua, in una capiente pentola. Solo quando bolle versare il bicarbonato e versarvi un bretzel o al massimo 2 alla volta e cuocere 30-40 secondi.
Scolare con una schiumarola e far asciugare su uno strofinaccio. Quando saranno tutti cotti, metterci sopra qualche granello di sale grosso. Infornare a 220 C per 20 minuti. (forno statico).
P.S. Ho già visto in giro ricette un po' meno articolate di questa, proverò....

Biscotti tirolesi (dal sito GialloZafferano)
Biscotti tirolesi con confettura di fragole
125 gr burro

250 gr farina 00
1/2 bustina Lievito chimico in polvere
1 presa di sale
1 uovo
1 busta di vanillina
100 gr zucchero semolato 
confettura di fragole q.b.
zucchero a velo q.b.

Accendete il forno a 180° (forno statico) o 160 C (ventilato)
Setacciare la farina con il lievito.Su di una spianatoia  fare la fontana con la farina, aggiungere lo zucchero, la vanillina, il sale, il burro a pezzetti e l’uovo. Impastare bene tutti gli ingredienti, fino ad ottenere un composto liscio ed omogeneo, poi avvolgerlo con della pellicola trasparente e mettere in frigorifero per un’ora.
Dopo un'ora, stendere l'impasto con spessore di circa 3mm e ricavarne con degli stampini cerchi di   circa 5 cm. Su metà di questi cerchi praticare 3 fori con uno stampino piccolo, l'altra metà lasciateli così come sono. Infornare su una teglia con carta forno per 20 minuti, senza farli scurire perchè devono essere appena dorati. 
Appena sfornati, quindi ancora caldi, stendere su un biscotto senza fori mezzo cucchiaino di confettura e poggiarvi sopra, premendo leggermente, un biscotto con i fori, fino a terminare tutti i biscotti. Cospargere infine tutti i biscotti ottenuti con zucchero a velo.


N.B. Ho accompagnato i wurstel grigliati con i tipici crauti: buonissimi quelli di Zuccato, sono già cotti, in lattina, e vanno solo fatti bollire con dell'acqua o brodo, oppure a piacere aggiungere fettine di mela o spezie. E non poteva mancare in questa cena della buona birra, ovviamente!

Come quelli comprati

Secondo voi non è bellissimo provare a fare homemade dei prodotti solitamente industriali? Credo che un po' tutte le persone che cucinano, soprattutto per diletto, o ci hanno provato o almeno ci hanno pensato...
Da un po' di tempo sulle confezioni di noti biscotti ci sono le ricette per riprodurli in casa, e mi sembra proprio una bella idea!
Così, spinta dall'entusiasmo di un contest bellissimo proprio su questo, e in attesa di idee nuove da riproporre, vi ricordo i miei cioccolatini fatti per Natale:


Questi due tipi di cioccolatini sono quelli che più mi piacciono, devo ammetterlo, anche se vi ho già svelato che non amo particolarmente le cose dolci. Quelli ripieni alla menta è stata una scoperta di quando ero adolescente o poco prima, ma quelli al caffè li mangiavo anche quando ero una bambinetta e non sempre me li facevano mangiare proprio perchè c'era il caffè. Una di quelle volte che avevo implorato e fortunatamente ottenuto il cioccolatino, mi ricordo che la mamma mi aveva raccomandato: "Stai attenta però a non sporcarti, lo sai che dentro c'è il liquido" e io "Certo mamma, lo so". Nemmeno il tempo di finire la frase e il caffè era un piccolo quadro astratto tra la maglietta e il tavolo! Che vergogna sentirmi dire quel "Te l'avevo detto!"
Questo perchè da piccola a me piaceva l'idea di bere il contenuto del cioccolatino e poi masticare il guscio; adesso che sono più navigata mi piace lasciar sciogliere il guscio in bocca finchè inizia a uscire il liquido e poi  masticare...Ditemi che c'è qualcun altro al mondo che ha queste manie!

Con queste due ricettine partecipo al bellissimo contest "Come Quelli Comprati" di Ritroviamoci in Cucina

mercoledì 1 febbraio 2012

Cronaca di un mezzo disastro

L'altro ieri, quasi una di quelle giornate storte di cui parlavo qui.
So che devo finire delle mele che stanno aspettando di passare dal cestino della frutta a quello del pattume...quindi mi dico: "ok, facciamo la torta di mele" (ricetta super-collaudata e buonissima per il giusto mix di crosticina croccante fuori e morbido-umido dentro).
Vado tranquilla e inizio già a tagliare le mele a fettine, ci metto il succo di limone...siccome ce n'era una metà iniziata e non volevo trovarmi dopo aver fatto la torta con un'altra metà in giro...ho messo il succo di 1 limone e mezzo.
Tiro fuori gli altri ingredienti e noooooooo. Solo due uova e me ne servirebbero tre. Primo pensiero: e se metto due uova e riduco gli altri ingredienti? Secondo pensiero: cosa posso mettere al posto di un uovo..latte? Terzo pensiero: nun famo porcate, cambio ricetta.
Ovviamente con le mele già affettate, mi viene in mente uno strudel, e ne ho trovata una ricetta carina in un giornale di qualche tempo fa.
Quando improvvisi così, capita che tu non abbia tutti gli ingredienti e infatti non avevo i pinoli e avevo pasta briseè invece che sfoglia (ma questa l'ho presa come una cosa positiva). Poi ecco, ho pensato di usare la farina di mandorle per sostituire i pinoli e non avendo il pangrattato (ma soprattutto non avendo panbiscotto da frullare) ho usato 2 fette biscottate sbriciolate, ho aggiunto più zucchero perchè non avevo il miele. E a questo punto mi sono sentita come mia mamma, che parte da una cosa e poi stravolge talmente la ricetta che non si sa più da dove sia partita.
Morale della favola. Ho la prova che a volte i mezzi disastri, una volta usciti dal forno, sono pure buoni! (a parte il limone prepotente, ma sotto la trovate corretta!)

Strudel con mele e mandorle
1 confezione di Pasta Briseè
2 mele golden delicious
40 gr di uvetta sultanina
50 gr di zucchero di canna
1/2 cucchiaino di cannella in polvere
1 limone e 1/2 meglio solo 1/2 limone
2 cucchiai di pan grattato ( 2 fette biscottate sbriciolate finemente)
1 uovo per spennellare

Sbucciare e tagliare le mele a fettine sottili, irrorarle con il succo di limone e la relativa scorza grattuggiata. Mettere ad ammollare l'uvetta nell'acqua tiepida.
Nel frattempo far riscaldare il forno a 200 C. (forno statico) oppure 180 C (ventilato).
Srotolare la pasta.
Aggiungere alle mele l'uvetta strizzata, lo zucchero, la farina di mandole e la cannella. Mescolare molto bene fino a che è tutto ben amalgamato.
Cospargere la pasta di pan grattato (o le fette biscottate sbriciolate) e versare le mele nella parte centrale della sfoglia, appiattendole leggermente così da formare una striscia orizzontale, lasciando però un paio di cm liberi per lato.
Piegare i bordi più corti sulle mele, poi arrotolare facendo aderire bene le due estremità. Girare sotto sopra in modo che le parti che si congiungono siano alla base dello strudel.
Spennellare il tuorlo leggermente sbattuto sulla superficie e praticare dei tagli obliqui su tutta la lunghezza.
Mettere in forno su di un foglio di carta forno per almeno 30 minuti (dev'essere bello dorato). Far raffreddare. A breve vedrò di fare anche la famosa torta di mele!

Con questa ricetta avventurosa partecipo al contest Creiamo con lo zucchero? del blog Creare con lo zucchero nella sezione DOLCI

e al contest La Frutta secca! del blog Dolci Passioni
nella sezione DOLCI

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